Looking for a vision. Meeting with Andrés Neumann – Rome

In cerca di visione. Incontro con Andrés Neumann – Roma

Thursday 15 November 2018 at 7 pm, in the Grand Salon of Villa Medici.

Looking for a vision.
The power of Theatrical Experience in the Cabaret of Existence.
Meeting with Andrés Neumann

Villa Medici is the highest point in Rome, overlooking Piazza di Spagna and the home of the French Academy.

The Academy of France in Rome is a cultural institution that since the 17th century welcomes artists and researchers in residence, as well as organizing an intense cultural and artistic program.

Spearheads of the cultural programming of the Academy of France in Rome are the free public meetings on Thursday, occasions in which artists and scholars of international fame in all areas of creativity and human knowledge meet the Roman public.

On Thursday 15 November 2018 at 7 pm, in the Grand Salon of Villa Medici, there will be an opportunity to meet and converse with Andres Neumann.

The theme of the meeting is the Search for Vision and the Power of Theatrical Experience in the Cabaret of Existence.

MEETING WITH ANDRES NEUMANN

Rome, Thursday 15 November 2018, 7.00 pm, Villa Medici

<IN SEARCH OF VISION>
The Power of Theatrical Experience in the Cabaret of Existence

MEETING WITH ANDRES NEUMANN

https://www.villamedici.it/i-giovedi/andres-neumann-catherine-meurisse-dd-dorvillier/

“Il Teatro non esiste senza un conflitto. Mi spiego: la forma Teatro ha bisogno di un conflitto per poter manifestarsi. Senza questo combustibile, niente teatro. Ci deve essere per forza qualcuno che vuole qualcosa e un altro, o altri, o le circostanze che faranno di tutto per impedirglielo. Senza questo conflitto, niente teatro”

Peter Brook afferma che esistono tre forme di teatro: teatro utile, teatro inutile e teatro dannoso. Ma se il teatro ha bisogno di conflitti, vuol dire allora che esistono conflitti utili?
Si, vuole dire esattamente questo: che esistono conflitti utili, conflitti inutili e conflitti dannosi. Di questo abbiamo tutti esperienza nella nostra vita quotidiana. Allora la domanda successiva è ovvia: come fare un teatro che tenga conto di questa doppia esigenza, di proporre un’esperienza, sì, di conflitto ma che allo stesso tempo risulti utile allo spettatore?

PALERMO PALERMO DI PINA BAUSCH, THE ARTIST, THE CITY

Pistoia, Friday 28 September 2018, at 21:00

PALERMO PALERMO DI PINA BAUSCH, THE ARTIST, THE CITY ‘.

The Tale of an unforgettable Theater Adventure.
THE LIVE ARCHIVE
PALERMO, PALERMO: THE ARTIST, THE CITY
– The Andrés Neumann archive tells Pina Bausch –

edited by Massimiliano Barbini
with the participation of Gennaro Scarpato e
Luigi Tronci Foundation

 

il Funaro Centro Culturale
con il sostegno della Regione Toscana e della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana

PICCOLO TEATRO MAURO BOLOGNINI
(via del Presto, 5 – Pistoia)
Venerdì 28 Settembre, ore 21

Rivive Palermo Palermo, il mitico spettacolo di Pina Bausch, e lo fa attraverso l’Archivio Andres Neumann, la cura di Massimiliano Barbini, la partecipazione di Gennaro Scarpato e Fondazione Luigi Tronci, il sostegno della Regione Toscana e della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana.

Titolo di questo incontro-spettacolo, è Palermo Palermo: l’Artista, la Città, sottotitolo “L’Archivio dal vivo” perché l’intento è anche quello di raccontare come preziose memorie teatrali possano essere fonte di ispirazione per nuove creazioni, per un nuovo pubblico e non siano esclusivamente utile materia di studio per addetti ai lavori. Il Funaro di Pistoia custodisce la Biblioteca Teatrale Piero Palagi e dal 2010 l’Archivio del noto produttore internazionale Andres Neumann, da cui nel 2014 era già stato tratto l’incontro – spettacolo “Carmen. Il racconto di un allestimento leggendario”, a partire dai materiali legati a La Tragédie de Carmen, che Peter Brook allestì a Les Bouffes du Nord di Parigi nel 1981. L’Archivio Neumann rappresenta uno dei più importanti patrimoni documentari relativi alla storia dello spettacolo mondiale degli ultimi quarant’anni. Esso raccoglie infatti la memoria della Andrés Neumann International, agenzia che dal 1978 è stata un imprescindibile punto di riferimento per artisti di prestigio internazionale quali Peter Brook, Tadeusz Kantor, Dario Fo, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Ingmar Bergman, Pina Bausch, Luca Ronconi, Andreij Waida, Robert Wilson, il Living Theatre, e ha dato vita a spettacoli memorabili quali, tra gli altri, il Mahabharata di Brook, l’Amleto di Bergman, Palermo Palermo di Pina Bausch. L’Archivio Neumann, ancora una volta, si trasforma in una potente macchina per mettere in scena la storia di uno di questi mitici allestimenti. “Palermo Palermo” rappresenta una delle vette creative del lavoro di Pina Bausch: un’opera esemplare sulla modalità seguita da Pina per raccontare una città e per “inserirla” nella sua poetica. Frutto di una residenza voluta dall’allora (era il 1990) e tutt’ora sindaco Leoluca Orlando e dal Teatro Biondo, lo spettacolo, lontano dalla tentazione di restituire immagini da cartolina della città, mette di fronte ad aspetti peculiari e, al tempo stesso, universali di questo straordinario luogo dello spazio e della mente. Basandosi sulla corrispondenza fra Neumann e il Teatro Biondo, tra Neumann e il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, sulle schede tecniche, i programmi di sala, la rassegna stampa, gli appunti è stato possibile stabilire la cronologia di una vicenda appassionante e non priva di ostacoli e che ha visto l’esito dell’operazione incerto quasi fino al debutto. Una storia nella storia: quella dell’allestimento e quella dello spettacolo, che dirà anche delle reazioni di chi ha assistito alle prime rappresentazioni. Massimiliano Barbini racconterà agli spettatori di questa grande vicenda con il contributo musicale, del polistrumentista Gennaro Scarpato che sonorizzerà la serata con strumenti, principalmente a percussione, di varia natura provenienti dall’Archivio musicale della Fondazione Luigi Tronci, creando così un dialogo tra due archivi e servendosene anche per restituire, con la sua intepretazione, il processo creativo di Pina. Barbini, infatti, lo ha invitato a lavorare sulle stesse domande che usò Pina per stimolare il contributo artistico dei suoi danzatori (e che si possono ritrovare nel libretto di sala dell’epoca). Dice Barbini di questo incontro spettacolare: “Shakespeare, nell’”Amleto”, parla di forma e impronta ed è dall’impronta di archivio che proveremo a rendere conto di una forma convinti che la componente empatica che suscita lo spettacolo dal vivo sia strumento utile per la trasmissione anche di contenuti specialistici”.

L’incontro-spettacolo, il film e la digitalizzazione e informatizzazione dell’Archivio Neumann, consultabile ora sul sito www.archivioteatraleandresneumann.org sono realizzati grazie al sostegno della Regione Toscana e della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana nell’ambito dell’Accordo per la valorizzazione del patrimonio archivistico, il coordinamento degli interventi e della tutela di Archivi e Biblioteche.

intero: 10,00 euro

studenti, Under30, soci Unicoop Firenze, tesserati Funaro, abbonati Manzoni, abbonati Promusica, Scuola Mabellini: 6,00 euro

RisvegliaTI_Card: 5,00 euro

Prevendita dal 4 Settembre:
Biglietteria Teatro Manzoni 0573 991609 – 27112

Memory, archive, scene. A conversation with Andrés Neumann and Massimiliano Barbini

Da Pina Bausch a Peter Brook passando per Tadeusz Kantor, il fondo Andrés Neumann raccoglie la documentazione di importanti capitoli della storia teatrale. Allo stesso tempo, l’archivio vive in scena con Massimiliano Barbini, attore e responsabile della biblioteca del Centro Teatrale Il Funaro, che racconta Palermo Palermo di Pina Bausch “ricostruendolo” a partire dai documenti. Una conversazione a tre voci.

Ci troviamo nella pace silenziosa e raccolta della biblioteca del Centro Teatrale Il Funaro, un elegante spazio indipendente situato alle porte del centro storico di Pistoia. Il progetto è il frutto di incontri fortunati e operosi, ormai decennali, tra diverse persone che dedicano le proprie energie al teatro e a tutte le forme che la cultura può assumere attorno a esso: qui trovano spazio incontri e laboratori di formazione oltre alla ricerca e alla creazione teatrale in senso stretto. Seduti attorno a un tavolo, circondati dai volumi della biblioteca del Centro e dai faldoni del Fondo Andrés Neumann, che custodiscono un’importante testimonianza della storia del teatro contemporaneo, ci troviamo a conversare di teatro, naturalmente, e dei suoi fili conduttori.

A voi lettori restituiamo parte di una lunga e piacevole conversazione a tre voci tra il produttore Andrés Neumann, l’attore e responsabile della biblioteca del Centro Massimiliano Barbini e la sottoscritta. Il cuore e il punto di partenza della nostra conversazione è Pina Bausch, di cui Neumann con la sua agenzia è stato co-produttore. Rilanciando nel presente questa memoria, Massimiliano Barbini ha accettato la sfida di presentare al pubblico lo spettacolo Palermo Palermo e di ricostruirlo a partire dai documenti presenti nel fondo Neumann. Quella tra il produttore di origini uruguaiane e Bausch è una storia di oltre venticinque anni di collaborazione che oggi “fa memoria”, permettendo anche alle nuove generazioni di assaporare quegli anni irripetibili caratterizzati dal lavoro dei grandi maestri del teatro internazionale. Palermo Palermo. L’artista e la città viene presentato presso il Cinema della Compagnia di Firenze nell’ambito di una giornata dedicata al tema degli archivi dal titolo Memoria e contemporaneità. Una, nessuna o centomila? che vedrà, in conclusione, anche la proiezione del documentario di Graziano Graziani Pina Bausch a Roma e lo spettacolo a cura di Massimiliano Barbini.

GCC: Andrés, qual è stato il suo primo incontro con Pina Bausch?

AN: Lavoravo al Festival di Nancy con Jack Lang e Lev Bogdan, che aveva una fidanzata tedesca, di Bochum. Dunque, andando a trovare la fidanzata in Germania, Bogdan scoprì questa compagnia di Wuppertal e ce ne parlò. Era il 1978. Dopo, negli anni in cui ho lavorato come consulente di Renato Nicolini, a Roma, a Testaccio, c’era un teatro-tenda gestito da Lisi Natoli che, con Leonetta Bentivoglio, aveva pensato a un progetto sulla Germania. Leonetta, amica di Pina, aveva proposto al comune di portare Pina Bausch al Teatro Argentina. Io a quel tempo non lavoravo per il Tanztheater Wuppertal, ma per il comune. Trovammo quest’idea fantastica, dunque facemmo di tutto affinché questo si avverasse. Il primo incontro con Pina avvenne a Nancy, poi in Germania, dove ho poi seguito tutte le prime delle nuove produzioni. Ricordo la prima del Macbeth che Pina fece a Bochum, dopo dieci minuti la gente aveva iniziato ad andarsene… uno scandalo! Non è sempre stato facile. All’inizio il teatro è stato vuoto, per anni. Io ho continuato per mio interesse a frequentare la compagnia, eravamo amici, d’estate capitava di incontrarsi in giro per il mondo.

GCC: Pina Bausch aveva un rapporto privilegiato con l’Italia.

AN: Sì, per anni ogni estate le sue vacanze, a luglio, erano in Puglia. Veniva molto volentieri in Italia, era una sua priorità. Non siamo mai riusciti, però, a portarla in Toscana, mai! Non si è mai riusciti a chiudere un accordo. Amava il Sud: Napoli, la Puglia, la Sicilia… e poi aveva una visione geografica squisitamente internazionale, intercontinentale.

GCC: Sappiamo come Pina Bausch lavorasse coi danzatori, ma che cosa voleva dire lavorare con lei sul fronte organizzativo?

AN: A collaboratori e danzatori, per chiunque, Pina Bausch dava la sensazione di avere una strategia di pensiero irraggiungibile. Non aveva un vero e proprio senso pratico, ma una praticità orientata alla visione del proprio progetto di cui noi collaboratori vedevamo solo una parte, mentre lei aveva la visione generale. Ti accorgevi che lei teneva conto di infinite variabili. Aveva sempre con sé una borsa nera con all’interno i calendari dei tre, quattro anni successivi: gli incastri delle tournée erano diabolici! Bisogna tener conto che, per esempio, se si decideva di presentare a Buenos Aires uno spettacolo, lei doveva considerare che, magari, quello stesso pezzo tre mesi prima era in Giappone e quindi doveva calcolare il tempo di viaggio delle scenografie. A parte gli aspetti logistici e amministrativi, c’era una complessità quasi inafferrabile fatta di mille variabili. Tutto era molto lento.

GCC: È possibile che questa inafferrabilità fosse anche dovuta a un certo suo modo a dir poco autonomo di gestire il lavoro e l’organizzazione?

AN: Le sue priorità nessuno le poteva veramente conoscere. Lei valutava tutti gli aspetti delle scelte, li ponderava per mesi. Ho co-prodotto tre spettacoli del Tanztheater Wuppertal: Palermo Palermo, O Dido e Como el mosquito en la piedra, ay si, si, si, ma nei venticinque anni di collaborazione non ho mai parlato con Pina al telefono. Parlavo con altri collaboratori e poi la incontravo a cena. Lei non parlava mai al telefono, con nessuno. Tutto si svolgeva di persona.

GCC: Non dev’essere facile avere a che fare con una complessità di questo tipo… Massimiliano, l’archivio cosa racconta rispetto alla nascita del progetto di Palermo Palermo?

MB: Quello dedicato a Palermo era un progetto di residenza di Andrés. Tuttavia, se si legge la stampa dell’epoca, emergono cento verità diverse. Una verità è che durante una cena su una terrazza un’ammiratrice di Pina Bausch avesse chiesto al sindaco di Palermo, Orlando [Leoluca Orlando, al suo primo mandato come capo della giunta comunale palermitana dal 1985 al 1990, ndr], di invitarla a fare una residenza e lui avrebbe colto questo invito. Poi c’è la verità secondo cui Carriglio [Pietro Carriglio, dal 1978 al 1991 direttore del Teatro Biondo della città,  ndr] volesse fortemente questa operazione, poi emerge però un’altra verità per cui, nei documenti, c’è un progetto scritto da Andrés precedente al passaggio palermitano dello spettacolo Gebirge (Auf dem Gebirge hat man ein Geschrei gehört) in cui l’ipotesi di una residenza a Palermo è già presente. Tutte le recensioni parlano dell’innamoramento che scatta tra Bausch e Palermo, attraverso Gebirge, mentre l’ipotesi è precedente.

AN: Non ricordo questo progetto! Quando ho letto il libro di Maria Fedi ho “riscoperto” questo ricordo insieme ad altri…

MB: È un progetto dattiloscritto, senza riferimenti, non sappiamo quindi se è stato presentato a qualcuno… Il dato di fatto è che questo progetto esisteva già prima del passaggio di Gebirge. Nella serata su Palermo Palermo parlerò di come l’archivio può essere letto come un romanzo epistolare. Si risale ai fatti attraverso dei documenti diretti che però non dicono tutto. Sulla base di quello che viene detto, bisogna provare a ricostruire una narrazione. Lavorare su un archivio, da questo punto di vista, è come trovare l’impronta di un dinosauro e da questa impronta tentare di ricostruirne il corpo.

GCC: Al Funaro l’archivio raccoglie una memoria collettiva. Quale geografia si compone?

MB: La cosa interessante è che qui viene raccolta una parte significativa del lavoro di moltissimi artisti. Mentre un archivio personale documenta l’attività di una sola persona, qui è documentato il lavoro dei più grandi maestri del teatro del Novecento. Non c’è un solo filo conduttore dentro l’archivio, il filo conduttore semmai è Andrés stesso. Sfogliando i faldoni, il materiale risulta composito. Di certo, non è casuale la scelta delle persone con cui Andrés ha lavorato: Kantor, Bausch, Brook…

AN: Il mio è stato come un lavoro editoriale. L’archivio esprime le mie scelte, quello che ho scelto di fare nel corso del tempo. Il mio interesse è sempre stato quello di condividere esperienze formative. Sin da quando ero molto giovane, a Montevideo, ho avuto la fortuna di poter viaggiare e vedere molte cose che, al rientro, raccontavo ai miei amici mostrando programmi di sala, fotografie… Ho avuto una famiglia che viaggiava molto, e dopo ho continuato a viaggiare da solo, ogni anno potevo fare un viaggio di formazione che mi permetteva di tornare carico di informazioni e con la voglia di condividerle. Questa poi è diventata la mia professione.

Gaia Clotilde Chernetich

 

 

Gaia Clotilde Chernetich ha ottenuto un dottorato di ricerca europeo presso l’Università di Parma e presso l’Université Côte d’Azur con una tesi sul funzionamento della memoria nella danza contemporanea realizzata grazie alla collaborazione con la Pina Bausch Foundation. Si è laureata in Semiotica delle Arti al corso di laurea in Comunicazione Interculturale e Multimediale dell’Università degli Studi di Pavia prima di proseguire gli studi in Francia. A Parigi ha studiato Teorie e Pratiche del Linguaggio e delle Arti presso l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales e Studi Teatrali presso l’Université Paris3 – La Sorbonne Nouvelle e l’Ecole Normale Supérieure. I suoi studi vertono sulle metodologie della ricerca storica nelle arti, sull’epistemologia e sull’estetica della danza e sulla trasmissione e sul funzionamento della memoria. Oltre a dedicarsi allo studio, lavora come dramaturg di danza e collabora a progetti di formazione e divulgazione delle arti sceniche e della performance con fondazioni, teatri e festival nazionali e internazionali. Dal 2015 fa parte della Springback Academy del network europeo Aerowaves Europe, mentre ha iniziato a collaborare con Teatro e Critica nel 2013.

GET CURIOUS IN THE THEATRICAL LIBRARY OF ANDRES NEUMANN

GET CURIOUS IN THE THEATRICAL LIBRARY OF ANDRES NEUMANN.

The Andres Neumann Archive, held at Il Funaro in Pistoia, includes its Theater Library of about 400 volumes in 9 languages, collected during his travels (1960 – 2010).

The Library has been cataloged by Massimiliano Barbini and is available online at the following link:

http://biblio.comune.pistoia.it/library/Pistoia-Il-Funaro/
entering the name Andres Neumann in the search field

THE THEATER ARCHIVE OF ANDRES NEUMANN IN FILM & SCENE

Florence, Thursday 31 May 2018, Cinema della Compagnia.

<MEMORY & CONTEMPORANEITY >

Tuscany Region & Archival and Bibliographic Superintendence of Tuscany.

CONFERENCE: ONE, NO OR CENTOMIL? (9.00 am – 5.30 pm)

Presentation of the results of the three-year agreement between the Tuscany Region and the Tuscan Archival and Bibliographic Superintendency for the Valorisation of the Archival Heritage, the Coordination of Interventions and Protection of Archives and Libraries.

<PINA BAUSCH IN ROME>
(5:30 pm, duration 60 ‘)

Docufilm by Graziano Graziani starting from the Andres Neumann Theater Archive, held at Il Funaro in Pistoia.

<PALERMO PALERMO DI PINA BAUSCH: THE ARTIST, THE CITY>
(21:00 hours duration 60 ‘)

Mise en Espace by Massimiliano Barbini and Gennaro Scarpato starting from the Andres Neumann Theater Archive kept at the Funaro in Pistoia.

http://www.regione.toscana.it/
http://www.sa-toscana.beniculturali.it/index.php?id=2
https://www.fondazionesistematoscana.it/

http://www.ilfunaro.org/
http://www.archivioteatraleandresneumann.org/